Archivio per giugno 18, 2007

Al ritorno   18 comments

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Mi è un po’ difficile scrivere di sabato al Pride. Forse perché la manifestazione, quell’immensa onda colorata mi ha toccato nel profondo, mi ha commosso. E’ stata un’esperienza veramente intensa, nonostante non fosse il mio primo Pride. C’era un’intensità che era palpabile. C’era tanta rabbia che si sfogava nel canto e nei balli per strada e in qualche tetta al vento. Che sciocchi, che sciocchi, quelli del Family day a non capire che se avessere scelto di manifestare PER degli aiuti veri alla famiglia (asili, congedi parentali, etc.) avrebbero riempito tutta Roma e non sarebbero ora in minoranza. Pericoloso Pezzotta a dire quello che ha detto, come a giustificare, subdolamente, la violenza omofoba.

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IMG_2484Al Gay Pride, di scandaloso (agli occhi dei moralisti), come dice perfettamente Bulbo Oculato, erano le famiglie eterosessuali, quelle tante persone che comprendono che estendere i diritti non vuol dire toglierli ad altri, quelle tante persone che disprezzano il fatto che si usi il termine famiglia naturale, quando essa è un concetto antropologico e non della scienza. A quelle famiglie che non hanno timore di far vedere qualche tetta al figlio piccolo o adolescente, consapevole che se ne vedono di meno belle sulle spiagge di Riccione e Rimini. A loro va il mio affetto. A tutti gli amici etero che passano di qua e mi hanno accompagnato col pensiero va il mio più sincero grazie.

Dal palco, dopo il lungo percorso facilitato da un clima clemente, sono volate parole grosse, che non sono nulla rispetto a tutto l’accanimento di questi ultimi mesi. Se il governo Prodi continuerà a filare i 24 mila voti, sarà possibile che ne perderà almeno 400.000. E’ forse ora di fare i conti con quel popolo incazzato che dice "NO DIRITTI NO VOTI".

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Se prima ero in dubbio sul fatto che la manifestazione si chiudesse in San Giovanni, in risposta politica al Family day, oggi – e non solo per una questione di numeri – mi rendo conto che è stata una bella mossa. Poiché quella piazza sa di memoria di Berlinguer, di Primo Maggio. Non è un feudo del Vaticano. E la democrazia permette le manifestazioni (così, anche quelli della Militia Christi hanno potuto legittimamente incatenarsi per protesta al Gay Pride).

Infine, vorrei ringraziare e salutare l’amica Sedlex che ho conosciuto "sul campo". Sue le parole conclusive di questo post:

Bisognerà armarsi di pazienza e spiegare che i diritti non sono graziose concessioni da elargire ai più degni ,ai più buoni e ai meglio vestiti.
E che lo sconcerto che provocano le manifestazioni definite eccessive è il punto di partenza di un lavoro sull’intolleranza ben più approfondito.
Prendere atto delle differenze significa assumerle come dato di fatto.
Senza se e senza ma e soprattutto senza pretendere che gl’individui cambino.

Le foto sono della mia amichetta Maura de Roma (ed in una ci so’ pure io!).

Pubblicato giugno 18, 2007 da samuelesiani in Senza categoria

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